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Mine Vaganti

Creato il 20 marzo 2010 da Silvia7v

Titolo originale: Mine Vaganti  Mine Vaganti

Regia: Ferzan Ozpetek

Cast: Riccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci,  Ilaria Occhini, Bianca Nappi, Massimiliano Gallo, Paola Minaccioni, Emanuela Gabrieli, Carolina Crescentini, Giorgio Marchesi, Gianluca De Marchi, Daniele Pecci, Matteo Taranto, Carmine Recano

Distribuzione: 01 Distribution, Italia, 2010

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La famiglia Cantone è proprietaria di un famoso pastificio di Lecce, creato originariamente dalla nonna (Ilaria Occhini/ Carolina Crescentini)  e da suo cognato Nicola (Giorgio Marchesi)  e  portato avanti da Vincenzo (Ennio Fantastichini) e da suo figlio Antonio (Alessandro Preziosi). Tommaso (Riccardo Scamarcio) torna a casa da Roma per fare un importante annuncio alla sua famiglia, ma un imprevisto fa sì che il suo soggiorno a casa si prolunghi contrariamente a tutti i suoi piani…

Mine Vaganti

Ferzan Ozpetek, dopo il deludente Un giorno Perfetto, torna a quello che sa fare meglio: ossia il mix tra dramma e commedia con le sue tipiche scene a tavola, scene di rivelazioni inattese o di annunci importanti, di finto perbenismo e di cruda realtà, come avviene anche in questa bella pellicola. Il film parla di omosessualità, o meglio dell’omosessualità “subita” dai genitori e dai parenti del diretto interessato, in una città del Sud Italia. Infatti Tommaso, il protagonista della pellicola, è tornato a casa proprio per fare ai genitori un’importantissima rivelazione, e vuole farla proprio durante la cena con il nuovo socio del pastificio e sua figlia Alba (Nicole Grimaudo): è omosessuale  vive a Roma con in suo ragazzo Marco (Carmine Recano) e nella vita vuole fare lo scrittore e non occuparsi del pastificio di famiglia. Tuttavia mentre sta per fare l’importante annuncio viene anticipato dal fratello Antonio, il quale nello stupore generale si dichiara omosessuale e viene immediatamente cacciato di casa dal padre affranto dalla notizia. Così per non distruggere ulteriormente l’orgoglio paterno, Tommaso si ritrova ad occuparsi del pastificio assieme ad Alba, fingendo una normalità che in realtà non esiste.  Tuttavia una sorpresa inattesa rischia di mandare all’aria tutto… L’unica che da sempre si era resa conto dell’omosessualità dei fratelli e che critica da sempre il falso perbenismo all’interno della famiglia è la nonna, donna acuta e saggia ( “Non farti mai dire dagli altri chi devi amare e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre” è una delle frasi che ripete a Tommaso), che in casa però viene considerata una “mina vagante“, alla stregua della zia Luciana (Elena Sofia Ricci) zitella dedita all’alcol e alle avventure occasionali, tranne che dai due nipoti che si fidano di lei e si confidano con lei. Di lei ci viene narrato il presente e il passato doloroso (nel quale è interpretata da Carolina Crescentini), un passato caratterizzato da un sacrificio fondamentale che l’ha segnata per tutta la vita. E’ una donna lucida, che vede oltre l’apparenza e le convenzioni, una donna moderna, che critica continuamente il figlio e la nuora ( Lunetta Savino) per il loro atteggiamento di chiusura e la loro visione limitata, in linea con quella della città in cui vivono, ma che in realtà vale ancora in quasi tutte le città d’Italia, sia al sud che al nord: l’omosessuale è una vergogna, e la famiglia a cui capita una “tale disgrazia” viene derisa e criticata. E’ per questo che per tutta la durata del film Vincenzo non fa che piangere e disperarsi per questo figlio “con quella cosa lì”, che lo ha disonorato, che gli ha provocato i sorrisi beffardi della gente quando va al bar o quando esce per fare una passeggiata. Tommaso in tutto questo si ritrova di nuovo  impossibilitato ad esprimere il suo essere, i suoi obiettivi, le sue idee, ma a subire quelli degli altri, la loro volontà: mandare avanti il pastificio, frequentare Alba, che si innamora di lui nonostante sappia della sua omosessualità, fare una vita “normale” che non faccia ridere e mormorare il paese.

Mine Vaganti

Le situazioni comiche ci sono soprattutto nella seconda parte e sono esilaranti, soprattutto in occasione della visita a sorpresa degli amici romani di Tommaso e del suo ragazzo a casa Cantone, e i loro ripetuti tentativi di nascondere la propria omosessualità agli occhi della famiglia. In queste scene è notevole la performance di Daniele Pecci,  incarnazione perfetta di tutti gli stereotipi sull’omosessuale tipico.  Oltre al su citato Pecci, la prova del cast che è peraltro composto da nomi importanti del cinema italiano, è molto buona: Ennio Fantastichini è molto divertente e credibile nei panni del padre affranto che non riesce a farsi una ragione della “diversità” del figlio, la grande Ilaria Occhini è una stupenda “mina vagante”, di grande intensità, Lunetta Savino è la madre che lotta tra il perbenismo estremo e falso e l’amore per suo figlio, Elena Sofia Ricci è la svampita perfetta,  Riccardo Scamarcio (che solitamente non apprezzo molto come attore) dà vita ad una bella prova nel ruolo di Tommaso, così come Nicole Grimaudo nei panni della bellissima e anticonformista Alba. Infine una menzione particolare a Paola Minaccioni, nel comicissimo ruolo della domestica Teresa.
Stupenda la colonna sonora che vede tra l’altro 50mila  di Nina Zilli, ballata e cantata da Scamarcio anche durante il film, Sogno di Patty Pravo, composta per il film, “Sorry I’m a lady“ successo anni 70 firmato Baccara, Una notte a Napoli di Pink Martini, Yara, bellissima ballata dei Radiodervish con Alessia Tondo, e “Kutlama” di Sezen Aksu, cantante i cui successi spesso utilizzati da Ozpetek nei suoi film.

 In definitiva una pellicola che fa ridere e riflettere sulla commedia della vita e sulle maschere che la società ci costringe ad indossare per omologarci agli standard e per non far soffrire chi amiamo, anche a costo di sacrificare la propria felicità.

Conclusione: Da vedere.

Voto: 8.5



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